I ponti sono dall’antichità opere di ingegneria che sfidano la natura e resistono anche per secoli a guerre, terremoti e calamità. Come spesso accade, dal passato a oggi, i centri abitati e le città sorgono sulle rive di fiumi, vie naturali di comunicazione. Per attraversarli, queste maestose opere di ingegno costruite dall’uomo, sospesi e a piombo sul vuoto, diventano veri e propri monumenti, se non simboli di intere città: così Ponte Sant’Angelo a Roma, il Ponte di Rialto a Venezia, Ponte Vecchio a Firenze. Ma non solo nelle grandi e più famose città italiane troviamo ponti di rara bellezza, che tutto il mondo ammira. Sparsi in ogni regione, abbiamo selezionato i ponti più affascinanti d’Italia giocando a un tour “sospeso” alla scoperta di queste vere e proprie opere d’arte, nate per una funzione urbana ma divenute icone della storia.
- Ponti delle meraviglie: i tesori italiani – Video
- I ponti italiani: 7 meraviglie da attraversare almeno una volta nella vita
- Ponte di Rialto, Venezia
- Il Ponte Vecchio di Bobbio (Emilia Romagna)
- Ponte di Castelvecchio, Verona (Veneto)
- Ponte Principessa Isabella, Torino (Piemonte)
- Ponte Coperto, Pavia (Lombardia)
- Ponte di Augusto e Tiberio, Rimini (Emilia-Romagna)
- Ponte delle Torri, Spoleto, Perugia (Umbria)
- Ponte Romano, Fermignano (Marche)
Ponti delle meraviglie: i tesori italiani – Video
I ponti italiani: 7 meraviglie da attraversare almeno una volta nella vita
Maestosi e imponenti come quelli romani, sospesi sul vuoto ad altezze vertiginose o naturali vie di passaggio all’interno di città di tutta Italia, che rendono romantico ogni momento: i ponti ci ispirano il bisogno di conoscenza e connessione. Si attraversano da un punto all’altro, e da un ponte all’altro vogliamo andare per un tour ideale a tema che ci traghetta, è il caso di dirlo, da regione a regione, attraverso le bellezze uniche del nostro paese.
Ponte di Rialto, Venezia
Capolavoro d’ingegneria, Rialto, uno dei quattro ponti che attraversano il Canal Grande, è tra le principali opere architettoniche di Venezia. Sulla via che da Piazzale Roma porta alla volta di Piazza San Marco, è sicuramente uno dei ponti più belli e più fotografati del mondo. Fu costruito tra il 1588 e il 1591, su progetto dell’architetto Antonio da Ponte, per sostituire la precedente struttura in legno, collassata due volte e bruciata in varie occasioni.
Il Ponte Vecchio di Bobbio (Emilia Romagna)
Lungo 273 metri e decisamente suggestivo, il Ponte Vecchio di Bobbio (detto anche Ponte Gobbo o Ponte del Diavolo, nome che lo accomuna a tanti altri ponti sparsi per l’Italia con simili leggente) ha resistito nel tempo alle violente e improvvise piene del Trebbia, sebbene alcune sue arcate siano state ricostruite nel corso dei secoli. Il suo fascino senza tempo sembrerebbe aver colpito anche Leonardo Da Vinci, il quale, secondo alcuni studiosi, si sarebbe ispirato proprio a lui per raffigurare il ponte nella Gioconda, dietro la spalla destra di Monna Lisa. Prendetevi del tempo allora, non solo per ammirare da lontano questo luogo suggestivo ma anche per vederlo da vicino, osservando alla perfezione le due statue raffiguranti San Colombano e la Madonna dell’Aiuto. Il nome “Ponte del Diavolo” si lega a un’antica leggenda: San Colombano avrebbe fatto un patto per avere il ponte costruito in una sola notte, dando in cambio l’anima del primo passante. Il Santo fece passare per primo un cane, e il diavolo arrabbiato con un calcio spostò le arcate del ponte, che sembra così irregolare ancora oggi.
Ponte di Castelvecchio, Verona (Veneto)
Considerato l’opera medievale più audace di Verona, fu costruito tra il 1354 e il 1356 per ordine di Cangrande II della Scala, che lo intendeva come una via di fuga verso il Tirolo dalla nascente fortezza costruita sull’Adige. Chiamato anche ponte Scaligero dal nome del committente, è un esempio di ingegneria militare trecentesca che si slancia sul fiume Adige partendo dalla Torre del Mastio, posta al centro del complesso di Castelvecchio. Lungo poco più di cento metri (101,84), è stato realizzato su progetto dell’architetto veronese Guglielmo Bevilacqua con il prevalente impiego dei mattoni in cotto ed un copioso utilizzo di pietre bianche locali, ma anche da materiali di risulta di epoca romana, in un ensemble dall’effetto pittorico e scenografico.
Ponte Principessa Isabella, Torino (Piemonte)
Passeggiando nel Parco del Valentino, una volta superata la bellissima Fontana dei Dodici Mesi, si arriva aun delizioso ponte ottocentesco, romantico ed elegante, dal quale poter godere di una splendida vista sul fiume e sul parco con in lontananza la Mole Antonelliana. Si tratta del Ponte Principessa Isabella, il secondo ponte in muratura di Torino e sicuramente uno dei ponti più belli del capoluogo piemontese. Realizzato dal Civico Uffizio d’Arte tra il 1876 ed il 1880 su progetto dell’ingegnere Ernesto Ghiotti, il ponte Isabella fu costruito con lo scopo di collegare il Parco del Valentino con la ferrovia, vista la grande espansione urbanistica che interessò la città negli ultimi decenni del XIX secolo. Il ponte è dedicato a Isabella, principessa di Baviera (1863-1924), che sposò Tommaso Alberto Vittorio di Savoia-Genova nel 1883.
Ponte Coperto, Pavia (Lombardia)
Nel cuore di Pavia, il Ponte Coperto collega il centro storico al quartiere di Borgo Ticino, specchiandosi nelle acque del fiume. Ma oltre alla sua eleganza, porta con sé anch’esso un’antica leggenda, guarda caso sempre collegata al Diavolo. Si racconta che, nella notte di Natale dell’anno 999, un gruppo di pellegrini bloccato dalla nebbia trovò un misterioso uomo vestito di rosso, pronto a costruire un ponte in cambio della prima anima che lo avrebbe attraversato. Per fortuna, l’Arcangelo Michele riuscì a ingannarlo, mandando avanti questa volta non un cane come a Bobbio, ma un caprone. Il Diavolo, furioso, cercò di distruggere il ponte con tempeste e fulmini, ma senza successo. Oggi lo vediamo come fu ricostruito nel 1949 nelle forme architettoniche che appartenevano all’antico Ponte Coperto, risalente al XIV secolo, ed è stato più volte set cinematografico di grandi film del passato.
Ponte di Augusto e Tiberio, Rimini (Emilia-Romagna)
Tra le grandi opere pubbliche intraprese sotto il principato di Augusto a Rimini, è un imponente ponte carrabile sul fiume Marecchia, composto da cinque eleganti arcate in pietra d’Istria. Qui aveva inizio il tracciato della via Emilia che attraversava tutta la Cispadana e dal quale poi si dipartì il percorso litoraneo della via Popilia-Annia per Adria e Aquileia. L’iscrizione sui parapetti laterali celebra l’impresa di costruzione del ponte, avviata da Augusto nel 14 d.C. e ultimata da Tiberio nel 21 d.C. Collega la città con borgo San Giuliano, il più antico dei borghi della città, amato da Federico Fellini per la sua atmosfera di piccole case, pescatori e tradizioni.
Ponte delle Torri, Spoleto, Perugia (Umbria)
Il ponte delle Torri è un ponte ad arco derivato da un acquedotto romano sito a Spoleto, risalente a un periodo compreso tra il XIII e il XIV secolo. Realizzato in pietra calcarea, è lungo 230 metri e alto ottanta. L’attuale aspetto risale alla metà del Trecento, quando aveva un doppio scopo: condurre in città le acque delle sorgenti di Cortaccione e unire la rocca al fortilizio dei Mulini. Il ponte, ora riaperto al pubblico, consente di attraversarlo in una bellissima passeggiata, sopra il torrente Tessino, che regala scorci unici.
Ponte Romano, Fermignano (Marche)
La tradizione locale considera di epoca romana il ponte che attraversa il fiume Metauro a Fermignano, una struttura a tre archi, costruita in blocchetti di pietra disposti in bassi filari e con tratti di restauro a mattoni. La tecnica di costruzione è simile a quella con cui è stata edificata la vicina Torre, posta a guardia del passaggio. Ai piedi della Torre è posta la fontana pubblica detta “Mascherone” costruita nel 1886. Il colpo d’occhio con le cascatelle cittadine sottostanti è davvero suggestivo e unico.