Nel corso della storia del design, le donne hanno apportato cambiamenti significativi, sfidando le convenzioni e dimostrando che creatività e innovazione non sono legate a un genere specifico. Tradizionalmente marginalizzate in un campo dominato dagli uomini, sono riuscite a ottenere un ruolo centrale, non limitandosi a un contributo estetico, ma trasformando il concetto stesso di progettazione.
Il loro impatto ha permesso di reinterpretare il design in modo fluido e dinamico, trasformando spazi e oggetti in soluzioni innovative. Grazie a progetti che spaziano dall’arredo alla progettazione di interni e architetture iconiche, queste figure femminili hanno elevato il design, tracciando una strada che continua a ispirare le nuove generazioni.
Vediamo alcuni dei nomi di rilievo che hanno influenzato il mondo di oggi.
- Eileen Gray: l’arte di creare senza confini
- Charlotte Perriand: la rivoluzionaria che ha dato calore al razionalismo
- Cini Boeri: la donna che ha trasformato l’arredamento in Esperienza
- Gae Aulenti: l’architetta che ha saputo ascoltare la città e ridisegnarla
- Zaha Hadid: la visionaria che ha creato spazi dove il futuro prende forma
Eileen Gray: l’arte di creare senza confini

“Una casa non è una macchina da abitare, è il guscio di un uomo, la sua estensione, la sua liberazione, la sua emanazione spirituale.”
Kathleen Eileen Moray Gray, conosciuta come Eileen Gray, nasce a Enniscorthy il 9 agosto del 1878, in Irlanda, in una famiglia benestante. La sua formazione eclettica affonda le radici nell’Art Nouveau e approda all’architettura moderna. Dopo aver studiato pittura a Londra, approfondisce l’arte della lacca a Parigi sotto la guida dell’artigiano giapponese Seizo Sugawara. I suoi lavori, esposti a Londra e Parigi, guadagnano rapidamente attenzione, tanto che nel 1917 Vogue le dedica un articolo. Gray è considerata una delle figure più influenti del movimento modernista; la sua filosofia di creazione si fonda sulla convinzione che “per creare si deve mettere in discussione tutto.”. Il suo approccio innovativo rifiuta i confini tradizionali e propone una visione totale dell’ambiente, in cui ogni elemento diventa parte di un’opera d’arte complessiva. Nel 1923, iniziò a lavorare con l’architetto rumeno Jean Badovici alla celebre villa E-1027 a Roquebrune-Cap-Martin, un capolavoro di architettura modernista dove applicò le sue idee, progettando anche il mobilio, come il famoso tavolo E-1027 e la poltrona Bibendum, prodotta dall’azienda Tedesca ClassiCon. La villa è l’esempio perfetto del suo approccio, un’armonia perfetta tra interno ed esterno grazie ad una pianta aperta, un tetto piano ed ampie vetrate.
Gray, morta a Parigi il 31 ottobre del 1976, riteneva che “un lavoro acquisisce valore solo attraverso l’amore che riesce a manifestare.” La sua attenzione ai dettagli e l’approccio sensoriale e funzionale sono ancora oggi fonte di ispirazione. La sua capacità di trasformare la vita quotidiana con un design che valorizza l’esperienza continua a influenzare profondamente il mondo dell’architettura e del design.
Charlotte Perriand: la rivoluzionaria che ha dato calore al razionalismo

“L’estensione dell’arte dell’abitare è l’arte di vivere, vivere in armonia con le pulsioni più profonde dell’uomo e con il suo ambiente adottato o prefabbricato”.
Charlotte Perriand, nata a Parigi il 24 ottobre 1903 è stata un’architetta e designer francese, tra le figure più influenti del design contemporaneo. Parte dell’avanguardia, ha rivoluzionato i valori estetici del Novecento e ha ridefinito il concetto di abitare moderno con un approccio innovativo. Dopo gli studi all’École de l’Union Centrale des Arts Décoratifs di Parigi, nel 1927 si fece notare con il progetto Bar sous le toit, esposto al Salon d’Automne, un’installazione che esprimeva una nuova visione dell’abitare. Lo stesso anno iniziò una collaborazione decennale con Le Corbusier e Pierre Jeanneret, contribuendo alla progettazione di arredi iconici e infondendo calore al rigore razionalista.
Nel 1930 viaggiò in Unione Sovietica, entrando in contatto con il costruttivismo, e nel 1933 fu tra le poche donne a partecipare al IV CIAM di Atene. Nel 1940 si trasferì in Giappone per un seminario sul design, esplorando il rapporto tra tradizione e innovazione attraverso materiali locali come il bambù. Internata durante la guerra, tornò in Francia nel 1946 con il marito e la figlia.
Nel dopoguerra lavorò a progetti di rilievo, tra cui gli interni dell’Unità di Abitazione di Marsiglia con Le Corbusier, e collaborò con Jean Prouvé, Fernand Léger e Lúcio Costa. Le sue commissioni per Air France e importanti istituzioni estere consolidarono la sua fama internazionale.
Oltre all’architettura, Charlotte Perriand si distinse nel design con arredi innovativi come la Chaise Longue Indochine, creata nel 1943 in Vietnam. Costretta a letto in gravidanza, progetta una chaise longue con braccioli per leggere e scrivere.
Cassina, con Pernette Perriand-Barsac, ripropone il design in metallo verniciato, caratterizzato da linee curve e dinamiche. Morì a Parigi il 27 ottobre del 1999 a 96 anni, lasciando un’eredità fondamentale per il design contemporaneo.
Cini Boeri: la donna che ha trasformato l’arredamento in Esperienza

“L’architettura è una scienza che si prende cura dell’umanità.”
Cini Boeri, nata a Milano il 19 giugno del 1924 contribuì profondamente al rinnovamento estetico e funzionale dei prodotti industriali, degli arredi e degli spazi abitativi. In un mondo dominato dagli uomini, ha saputo farsi strada e apportare notevoli innovazioni. Il suo lavoro si è concentrato principalmente sugli interni, il design industriale e la progettazione di edifici. Laureata al Politecnico di Milano nel 1951, Cini Boeri iniziò la sua carriera collaborando con Marco Zanuso, dove si dedicò principalmente alla progettazione di interni e arredi. Nel 1963 aprì il proprio studio a Milano, dando inizio a una carriera che l’ha vista protagonista nella stagione d’oro del design italiano, tra gli anni ’50 e ’70. Il suo approccio al design era orientato a rendere gli oggetti di uso quotidiano accessibili e funzionali per il pubblico. Tra i suoi progetti più noti, spicca il divano Strips per Arflex nel 1968, che le valse il Premio Compasso d’Oro nel 1979. Caratterizzato da una fodera trapuntata completamente sfoderabile e realizzato con imbottitura in poliuretano sagomato su una struttura in legno, offre diverse configurazioni, inclusa la versione letto e divano-letto.
Boeri progettò anche architetture residenziali emblematiche, come la Casa Bunker sull’isola della Maddalena del 1967 e la Casa nel Bosco di Osmate del 1969. Entrambe esprimono la sua abilità nel fondere l’architettura con il paesaggio naturale, riducendo l’impatto ambientale pur mantenendo un design potente e distintivo. Un altro dei suoi progetti innovativi fu la poltrona Ghost (1987) per FIAM, realizzata in vetro trasparente curvato, che rappresenta la sua passione per la sperimentazione sui materiali. Oltre alla sua attività progettuale, è stata anche una figura importante nell’ambito accademico, insegnando in prestigiose università come l’Università di Berkeley e il Politecnico di Milano.
Cini Boeri, morta a Milano il 9 settembre 2020, ha lasciato un’impronta indelebile nel design, con opere che continuano a influenzare e ispirare il panorama internazionale.
Gae Aulenti: l’architetta che ha saputo ascoltare la città e ridisegnarla

”Cose minimali è molto difficile che ne faccia perché io non ricerco il minimalismo, semmai la semplicità che è una cosa molto differente.”
Gae Aulenti, nata a Palazzolo della Stella il 4 dicembre del 1927, è tra i migliori architetti della sua generazione, ottenendo numerosi premi prestigiosi, tra cui il Premio Imperiale per l’architettura dalla Japan Art Association di Tokyo. La sua formazione professionale ha inizio al Politecnico di Milano, dove si laurea in architettura nel 1953. Dopo la laurea, inizia a lavorare come redattrice e grafica della rivista Casabella-Continuità dal 1955 al 1965, sotto la direzione di Ernesto Nathan Rogers. La figura di Rogers le trasmette l’importanza di avere uno sguardo internazionale, e Aulenti parte per Buenos Aires, passando per la Bolivia e Parigi, mettendo in pratica questa visione cosmopolita che ha caratterizzato tutta la sua carriera.
Inizia a lavorare anche con Olivetti, dove spazia tra architettura d’interni, arredamento, design e allestimento di showroom, mostre e palcoscenici. È proprio la collaborazione con Olivetti che le consente di ottenere visibilità internazionale, portandola a progettare lo showroom di Parigi nel 1965 e la lampada Pipistrello, ancora oggi prodotta da Martinelli Luce.
Nel 1972 partecipa alla mostra Italian: the new Domestic Landscape al MoMA di New York, insieme a designer come Marco Zanuso, Joe Colombo e Ettore Sottsass. Durante la sua carriera, Gae Aulenti è stata convinta che l’architettura dovesse essere in dialogo con l’ambiente urbano, cercando sempre di integrarsi con esso. Nel 2005, insieme a Marco Buffoni, Francesca Fenaroli e Vittoria Massa, fonda lo studio Gae Aulenti Architetti Associati. Nel 2012, le viene conferito il premio alla carriera dalla Triennale di Milano e lo stesso anno, in sua memoria, viene intitolata la piazza centrale del complesso della Torre Unicredit di Milano. Gae Aulenti muore a Milano il 31 ottobre 2012, ma la sua eredità nel mondo dell’architettura e del design rimane fondamentale.
Zaha Hadid: la visionaria che ha creato spazi dove il futuro prende forma

“Non penso che l’architettura riguardi solo un riparo. Dovrebbe essere in grado di eccitarti, calmarti, farti pensare”.
Dame Zaha Hadid Mohammad, nata a Baghdad il 31 ottobre 1950, è stata un’architetta e designer irachena naturalizzata britannica, tra le figure più influenti dell’architettura contemporanea. Fondatrice dello studio Zaha Hadid Architects (ZHA) nel 1979, ha ridefinito il linguaggio architettonico attraverso forme fluide e dinamiche, superando i confini tradizionali della progettazione. Dopo la laurea in matematica alla American University di Beirut, si trasferisce a Londra nel 1972 per studiare alla Architectural Association School, dove si diploma nel 1977. Prima donna a vincere il Premio Pritzker nel 2004, ottiene anche due Premi Stirling consecutivi nel 2010 e 2011, confermandosi tra i massimi esponenti del decostruttivismo. La sua carriera è stata una sfida costante, nel 2006 fonda Zaha Hadid Design (ZHD), collaborando con brand di fama internazionale per creare pezzi in edizione limitata esposti nei principali musei. Il suo talento è stato riconosciuto con numerose onorificenze, tra cui la nomina a Dame Commander of the Order of the British Empire nel 2012, il titolo di Artista per la pace dell’UNESCO e il riconoscimento di Commandeur de l’Ordre des Arts et des Lettres in Francia. Nel 2016 riceve la Royal Gold Medal del Royal Institute of British Architects.
Zaha Hadid progetta per Ernestomeda una cucina fluida, con isole curve in Corian e forme irregolari. Volumi dinamici e linee in movimento ridefinivano lo spazio in armonia con la natura.
Nel 2010, la rivista Time l’ha inclusa tra le “100 persone più influenti al mondo“, definendola la migliore pensatrice dell’anno. Hadid si spegne a Miami il 31 marzo 2016, lasciando un’eredità che continua a ispirare il futuro dell’architettura.