Il dibattito sul caro affitto in Italia è diventato sempre più acceso, con proteste anche importanti da parte di chi non riesce più ad affrontare una spesa così consistente. Effettivamente il costo della locazione nelle grandi città italiane ormai supera il 40% di uno stipendio medio e la tendenza è al rialzo. Quali sono le cause? Chiaramente, dietro all’aumento esponenziale dei canoni di locazione in Italia c’è una significativa discrepanza tra domanda e offerta. Ma andiamo a scoprire di più…
Perché la domanda aumenta e l’offerta diminuisce? Te lo sveliamo noi…
Ci sono diverse ragioni dietro a questo aumento della domanda e a una sempre più evidente discrepanza con l’offerta. Un motivo fondamentale è l’attitudine diffusa tra gli italiani di considerare l’immobiliare come un investimento sicuro e affidabile. Molti nel nostro paese vivono in case di proprietà, questo riduce notevolmente l’offerta di alloggi in affitto sul mercato. Tuttavia, l’aumento dei tassi di interesse relativi ai mutui ha complicato negli ultimi anni l’acquisto di una casa, spingendo molti verso l’affitto per necessità.
Un’altra causa importante è il crescente trend degli affitti brevi, parliamo di un tipo di locazione molto diffusa in un Paese che vanta un turismo fiorente come l’Italia. Il numero di host italiani su piattaforme come Airbnb è infatti aumentato in modo significativo negli ultimi anni. Questa pratica è considerata più redditizia a breve termine e richiede meno impegno, costi e rischi rispetto agli affitti a lungo termine. L’affitto breve infatti, presenta diversi vantaggi per i proprietari, tra cui agevolazioni fiscali e maggiore protezione contro la morosità. Tuttavia, si tratta di una dinamica che riduce ulteriormente l’offerta di alloggi disponibili per la locazione a lungo termine.
Poca disponibilità di alloggi per una domanda crescente
La combinazione di affitti brevi e scarsa disponibilità di alloggi adatti anche alle esigenze dei meno facoltosi, i giovani per esempio, rappresenta il motore principale di questa crisi che limita notevolmente opzioni e occasioni per chi è in cerca di una casa da affittare.
Diverse sono state le misure proposte e implementate ma solo a livello locale. Alcune città, come Venezia, hanno introdotto infatti limiti agli affitti turistici, stabilendo che gli appartamenti possono essere affittati per periodi brevi solo un tot di giorni all’anno. Ma certo, l’azione singola, non può assolutamente essere la soluzione a un problema così grave ormai diffuso in tutta Italia. Lo sguardo si è infatti spostato verso l’estero e in particole su politiche di affitti calmierati o di bonus alle famiglie.
Ma quali sono invece gli incentivi e le detrazioni fiscali già valide in Italia per aiutare proprietari e inquilini e riequilibrare il mercato ? Una strada importante per affrontare il problema del caro affitti è sicuramente incentivare regimi fiscali agevolati per entrambe le parti. La cedolare secca, ad esempio, che offre un’imposta del 21% per chi mette a reddito un immobile e solo del 10% in regime di canone concordato. Tuttavia, questa soluzione resta ancora poco adottata dagli italiani che vedono il mercato immobiliare come una importante fonte di reddito.
Qual è una soluzione valida al Caro Affitti?
Per rendere gli affitti più equi e competitivi, è necessario quindi promuovere di più e fare chiarezza su soluzioni vantaggiose come il canone concordato e magari rivedere le tabelle di riferimento, aumentandole leggermente così da diventare davvero convenienti anche per i locatori. Queste sinergia di azioni porterà certamente a una maggiore adesione al canone concordato, garantendo affitti più accessibili e stimolando la competizione sul mercato. Affrontare il problema del caro affitto comunque, richiede misure concrete e mirate che favoriscano sia i proprietari che gli inquilini, solo così si potrà davvero rimettere in moto il mercato.