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Beauty e IA: cosa può fare l’intelligenza artificiale per la nostra pelle

Beauty e IA: cosa può fare l’intelligenza artificiale per la nostra pelle
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IA e Beauty, un legame sempre più stretto: vediamo opportunità e limiti dell’intelligenza artificiale per definire le nostre routine di bellezza


L’alta tecnologia non lascia certo fuori il mondo della bellezza, fino a far evolvere non solo gli ingredienti e le modalità di produzione, ma anche il nostro approccio al beauty, dal make up e alla skincare. E in questo un ruolo di primo piano inizia ad averlo e lo avrà sempre di più l’Intelligenza Artificiale. In che modo? Vediamo come l’IA e la Realtà Aumentata già fanno parte del mondo beauty e quali sono le prospettive future.

IA e Beauty, un legame sempre più stretto

Un trend beauty destinato ad aumentare nel 2025 e oltre è proprio quello che lega Skincare e Intelligenza artificiale. Le aziende cosmetiche stanno inserendo sempre di più strumenti AI dalla ricerca alla formulazione, dalle strategie di mercato fino alla personalizzazione dell’esperienza dei clienti. Ed è questo che oggi vogliamo approfondire: ma quali sono i benefici e quali i limiti? L’importante è che, da consumatori, restiamo in grado di discernere che si tratta di strumenti di orientamento e supporto, certo utili, a una cura della pelle sempre più personalizzata, che è quello che tutti noi vogliamo, e che per tali vanno considerati: sul fronte make up, possono aiutarci a individuare le giuste shade evitandoci spese inutili, certo, ma sul fronte skincare non possono sostituire in toto il supporto professionale che possono dare esperti e dermatologi.

Bellezza e intelligenza artificiale per personalizzare la propria routine

Beauty e IA: cosa può fare l’intelligenza artificiale per la nostra pelle

Una ricerca di McKinsey, multinazionale di consulenza aziendale, mostra che il 71% dei consumatori di oggi si aspetta di ricevere un’esperienza personalizzata quando fanno acquisti, e che la personalizzazione può avere un impatto diretto sulla fidelizzazione di un cliente. Quasi l’80% dei consumatori è più propenso a effettuare acquisti ripetuti da un’azienda e a consigliarla a un amico o a un familiare se l’azienda offre un’esperienza personalizzata, mentre pare che la presenza di quiz on line, realtà virtuale o IA per arrivare al suggerimento di prodotti di bellezza specifici aumenti del 58% la propensione all’acquisto. In questo senso, chatGPT che indirizzano agli acquisti attraverso la “lettura” delle nostre necessità e caratteristiche, così come programmi gratuiti che, attraverso quiz o ricostruzioni video in AR orientano la scelta di una certa routine o di un certo make up, diventano sempre più diffusi. Se pioniere di questo mondo è stato YSL Beauty nel 2021 con Rouge Sur Mesure by Perso per la scelta tra oltre 4000 shade di rossetto, oggi sono tantissime le soluzioni hi-tech che aiutano a scegliere prodotti e make up più adatti, attraverso l’analisi delle informazioni che noi stessi forniamo. Vediamo qualche esempio.

Chiedere consigli di skincare a ChatGPT

Beauty e IA: cosa può fare l’intelligenza artificiale per la nostra pelle

Esistono numerosi chatbot creati per analizzare le caratteristiche della pelle e individuare i prodotti più adatti alle proprie necessità, agevolando la scelta e riducendo i tempi di ricerca. Skincare, Skin Care guide, Face Analyzer, Face… sono tantissimi i chatbot GPT che si comportano come assistenti personali per individuare la giusta routine per ciascuno, fornendo informazioni non solo sulle proprie caratteristiche ma anche sulle proprie abitudini. Ad esempio, preferiamo Routine complesse o skinimalism? Più sono dettagliate le informazioni che diamo, più la risposta delle macchine sarà precisa. Analizzando diversi fattori (tipo di pelle, presenza di acne, rughe, irritazioni) i chatbot sono in grado di creare una skincare routine ad hoc, indicando formulazioni, ingredienti e principi attivi utili a seconda delle proprie necessità. SkincareGPT attraverso una fotocamera in HD è anche in grado di analizzare la pelle, rivelarne i problemi e indicare una routine ad hoc per soddisfare le esigenze dell’utente. Uno strumento amatissimo dalla GenZ, che ne apprezza l’immediatezza e soprattutto la gratuità. Ma facciamoci le domande giuste: come fa ChatGPT a elaborare la giusta lista di creme, sieri e detergenti per eliminare rughe occhiaie e punti neri? 

In fondo, c’è sempre dietro una strategia di marketing

E qui entrano in gioco i beauty brand: per essere sicuri di entrare negli algoritmi dei chatbot, i brand non devono solo farsi pubblicità, ma aumentare il numero di articoli, ricerche e studi pubblici per essere più facilmente intercettati dal software. Per questo i chatbot non potranno mai sostituire il vero consiglio di un professionista, specialmente se abbiamo a che fare con la salute della pelle, ma sono sicuramente utili se vogliamo accelerare le nostre ricerche, pur sapendo che è sempre una strategia di SEO e marketing (e quindi la presenza sul web – e in un certo modo – di una specifica azienda) a determinare cosa ci verrà suggerito e cosa no.

L’iperpersonalizzazione con AI e AR

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I marchi di skincare, make up e haircare di tutto il mondo stanno implementando anche esperienze personalizzate attraverso strumenti high-tech. In America, l’azienda di prodotti per capelli Prose invita i clienti a rispondere a un quiz di 25 domande e quindi ad analizzare oltre 80 fattori per creare formule personalizzate per shampoo, balsamo e altri prodotti per la cura dei capelli. Risultato? Il volume di ricerca per “Prose Hair” è aumentato del 208% negli ultimi 5 anni. L’azienda tecnologica Revieve ha creato diversi moduli interattivi basati su AI/AR come parte della sua piattaforma digitale di salute-bellezza-benessere, intercettando gli interessi dei clienti dal trucco alla cura della pelle. Aziende di bellezza come Murad, Living Proof, Ulta Beauty e Schwan Cosmetics, ma anche Kiko Milano con il suo Make up Try-on, hanno creato con Revieve app di prova realistiche e consigli personalizzati. L’Oréal Paris ha da poco lanciato l’app Skin Genius, che risponde ai consigli di bellezza richiesti dai consumatori. La Skinconsult AI di Vichy attraverso una scansione del viso permette di individuare una routine skincare personalizzata. In Italia, presso Rinascente, si può testare il Foundation shade che grazie all’AI riconosce la tipologia di incarnato e crea il fondotinta ad hoc, e tantissime altre realtà sono in arrivo. E la lista è lunga: Neutrogena Skin360, ad esempio, utilizza una forma di tecnologia AI che analizza la pelle, ne comprende le esigenze e fornisce consigli sui prodotti in tempo reale. Sephora, LVMH ed Estée Lauder la usano per integrare e personalizzare i consigli, ma anche per mostrare gli effetti della cura della pelle sul viso del cliente. Klarna ha introdotto un assistente per lo shopping basato sull’intelligenza artificiale che fornisce consigli sui prodotti e routine di acquisto.

Ci sono dei limiti?

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Chiaramente tutte queste esperienze virtuali personalizzate hanno un punto a sfavore: ogni consiglio finale ovviamente farà riferimento solo ai prodotti di quel brand. In più, c’è anche da considerare che, soprattutto quando parliamo di chatGPT, le risposte dei software si basano su valutazioni fatte da noi stessi, e non sempre siamo in grado di dare interpretazioni corrette dello stato della nostra pelle. Stessa cosa vale per i capelli: sappiamo distinguere un capello disidratato da un fusto danneggiato? Dare un’informazione non corretta alla macchina significa ricevere una risposta non adeguata e una beauty routine non risolutiva. In più, come dicevamo prima, per dare risposte precise l’IA deve essere allenata a considerare tutte le variabili, ed è chiaro che allo stato attuale le risposte sono sì corrette ma parziali, quindi non sostituiscono una valutazione accurata e strumentale fatta di persona, e pur sempre orientate dalle case dermocosmetiche. In conclusione, niente può davvero sostituire la competenza di un professionista della bellezza, che resta essenziale per individuare la corretta routine per pelle, capelli e make up, ma usandole con consapevolezza si tratta pur sempre di un’esperienza che rende ancora più speciale il nostro rapporto con la bellezza e, in fondo, migliora anche la self-consciousness.